Eccoci arrivati a settembre. Come ogni anno in questo periodo mettiamo in moto progetti come “perderò peso” o “ chiederò di uscire a quella persona”. Un po’ come se fosse Capodanno… ci sembra di aver concluso un pezzo, di aver chiuso un capitolo. Tendiamo, così, a progettare nuovi obiettivi da raggiungere. Iniziare è semplice, la motivazione di solito è alta. Spesso, però, non riusciamo a portare a termine i progetti prefissati.
Come mai? In psicologia, il meccanismo che sta dietro questo “fallimento” degli obiettivi, è chiamato “autosabotaggio”.
Per capire cos’è l’autosabotaggio, facciamo un piccolo passo indietro.
Il comportamento umano si basa su due principi “primitivi” ed evolutivi: ottenere ricompense ed evitare minacce.
Quando qualcosa ci fa stare bene fisicamente e/o socialmente, tendiamo a ricercarlo di nuovo, per sperimentare ancora quelle sensazioni positive. Questo è il principio della ricompensa.
Al contrario, quando sperimentiamo sentimenti negativi o di paura, tendiamo ad evitare le situazioni che potrebbero farci provare le stesse sensazioni. Ed ecco il meccanismo alla base dell’evitamento delle minacce.
Pensiamo al progetto “perderò peso”. Comporta sia una parte di ottenimento di una ricompensa (se perderò peso probabilmente mi vedrò più bello e starò meglio con me stesso), sia una parte di evitamento delle minacce (comporterà dei sacrifici, che potrebbero essere negativi e faticosi). L’autosabotaggio si innesca quando facendo un bilancio tra ricompensa e sacrificio, sopravvalutiamo i sacrifici.
Ma perché tendiamo a sopravvalutare i nostri sacrifici?
Probabilmente per uno di questi 4 motivi, che rappresentano idee di base errate che abbiamo su di noi: visione scarsa di sé, idee interiorizzate, timore del cambiamento o dell’ignoto, assoluto bisogno di controllo (Ho, 2019). Quando ci poniamo un obiettivo può attivarsi una (o più) di queste idee. A quel punto valutando il rapporto costi-benefici e avendo paura della minaccia, tendiamo a sopravvalutare i costi.
Cosa puoi fare quindi?
Puoi cercare, magari insieme al tuo terapeuta, di individuare quale idea di base si attiva in te. Ognuno di noi, infatti, è diverso.
Consapevole di cosa può spingerti ad autosabotarti, puoi osservarti e, quando l’idea entra in gioco, cercare di “rileggerla” in modo più chiaro. In questo modo la tua stima costi-benefici potrà essere maggiormente logica e razionale.