Se vivere senza le sigarette ti sembra impossibile – Smettere di fumare


Fumare per molti è considerata un’abitudine e un piacere. Ma, in realtà, il fumo è una dipendenza. Definendola come tale assumono significato i sintomi relativi all’astinenza. Oltre ai tipici effetti fisici, si manifestano sintomi come: sensazione di vuotoirrequietezzaansiabattito accelerato e il profondo sentimento di mancanza

Spesso i fumatori, per ovviare a queste sensazioni sgradevoli, fumano una sigaretta. Associano, così, il sentire quel peso alleviato, quel vuoto riempito, ad un effetto benefico della sigaretta, come se il tabacco potesse avere un effetto “calmante”. Inoltre, noia, concentrazione, stress e rilassamento sono tra le situazioni più classiche in cui il fumatore continua la sua dipendenza.

Ma da questa dipendenza si può uscire?

Certo, con una dose di fatica e sacrificio.

Tecniche come i cerotti alla nicotina o le sigarette elettroniche sono un buon inizio, ma l’unico modo efficace è arrivare ad allontanarsi senza utilizzare dei rimpiazzi. 

Per esempio, le sigarette elettroniche possono avere come lato positivo la diminuzione, se non la totale assenza, di nicotina, ma permettono al fumatore di mantenere l’abitudine dell’aspirazione del fumo. Questo diventa, così, un fattore di rischio per sentire di nuovo la necessità di fumare.

Un passo importante nel processo è arrivare a comprendere che l’emozione principale che ci spinge a fumare è la paura delle sensazioni di vuoto e di insicurezza che si provano quando non c’è più nicotina in circolo nel nostro corpo. 

Un grande aiuto in questo campo può essere la terapia cognitivo-comportamentale (TCC).

Come funziona?

A livello cognitivo, la terapia porta il fumatore a destrutturare i propri pensieri “pro-fumo”, ovvero le convinzioni di cui parlavamo prima alla base dell’utilizzo della sigaretta.

Nella fase iniziale, la terapia indaga le motivazioni per le quali il soggetto ha iniziato e continua a fumare. L’obiettivo è di rendere l’individuo più consapevole delle ragioni e delle situazioni in cui fa uso di nicotina. Una volta individuate queste credenze, la terapia lavora per destrutturarle, sostituendole con pensieri più funzionali. 

Per esempio, se pensi di fumare per sopperire alla noia, puoi arrivare a comprendere che il fumo rende più letargici e che una vita sedentaria porta ad essere annoiati. Di conseguenza, il fumo non è la via d’uscita dalla noia, ma la porta d’ingresso. 

Oppure, per riuscire a concentrarti e risolvere i problemi, scoprirai che, in realtà, la nicotina riduce la quantità di ossigeno nel cervello.

In seguito, si lavora sui fattori di mantenimento della dipendenza, ossia i vantaggi che comporta il fumare.

Contemporaneamente, si lavora a livello comportamentale per ridurre la dipendenza e sostituire l’abitudine. 

Alla fine del processo, la terapia aiuta a mantenere la decisione, sostiene la persona e svolge un ruolo di supporto rispetto alla vulnerabilità che l’ex fumatore potrà vivere, comprese le eventuali ricadute. 


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