Se ti senti un impostore… BENVENUTO NEL CLUB!


Ti è mai capitato di raggiungere un obiettivo, ma sentire di non meritarlo veramente? O di sentire che ciò che hai ottenuto era dovuto ad un fattore che non derivava da te, come la fortuna?

Questa sensazione in psicologia viene chiamata sindrome dell’impostore.

La sindrome dell’impostore riguarda la convinzione persistente di non essere abbastanza intelligenti, capaci e competenti. Chi ne soffre è convinto che i complimenti o i riconoscimenti che riceve non siano meritati, perché causati dalla fortuna, dal fascino, dall’inganno o da altri fattori esterni. È incapace di interiorizzare o sentire di essersi guadagnato ciò che ha, dubita continuamente della propria capacità di replicare i risultati ottenuti. Quando raggiunge un obiettivo percepisce sollievo, e non gioia.

La sensazione di disonestà di cui stiamo parlando dipende dalle insicurezze che nutriamo nelle nostre conoscenze o competenze. L’impostore è un maestro nel trovare ragioni per giustificare le proprie conquiste, come “Ho avuto fortuna”, “Mi sono solo trovato nel posto giusto al momento giusto”, “Si sono complimentati con me perché gli piaccio o perché sono gentili”, “Se lo faccio io lo possono fare tutti”. Frasi del genere ci fanno sentire degli imbroglioni, come se avessimo lasciato credere agli altri che siamo più brillanti e capaci di quello che in realtà sappiamo di essere.  

Di conseguenza, vivendo nella paura di essere smascherati, cerchiamo di mettere in atto continuamente strategie per fare in modo che gli altri non si accorgano del fatto che siamo degli impostori. Ad esempio, ci prepariamo eccessivamente per un compito, lavoriamo più duramente degli altri, tendiamo a evitare, manteniamo un basso profilo. Mettiamo in atto quello che si chiama “auto-sabotaggio”. Attuando questi comportamenti, sviluppiamo una sorta di schermo protettivo che ci permette, così, di non essere smascherati. 

Lo psicologo Weinstein parla del “Distruttore”. Il “Distruttore” è una convinzione negativa e profonda che abbiamo di noi stessi, che ha a che fare con un sentimento di inadeguatezza e indegnità. Il “Distruttore” di ognuno di noi riflette una convinzione profonda e dolorosa, motivo per cui abbiamo creato lo schermo protettivo.

Uno dei principali metodi per riuscire a liberarsi della sindrome dell’impostore è proprio quella di identificare il proprio “Distruttore”, per comprendere che quelle frasi sono disfunzionali e non aderenti alla realtà. 

Un modo per riconoscere il nostro “Distruttore” è immaginare la frase che abbiamo più paura di sentire su noi stessi, nel nostro scenario da impostore. Ad esempio, “Non sarai mai all’altezza”, “Non sei intelligente come gli altri”, “Non te lo meriti”… 

Dare voce al “Distruttore” può essere un’esperienza emotivamente intensa. Per quanto dura possa essere, però, è essenziale portare questa falsa convinzione alla luce. Solo così potremo vederla per la bugia che effettivamente è.

Identificando il nostro “Distruttore”, smascheriamo le sue bugie, iniziamo ad essere più razionali a pensare alle nostre conquiste. Perché certo, magari la fortuna, il tempismo o altri fattori esterni ci possono aver aiutato a raggiungere il nostro obiettivo, ma siamo comunque stati noi a farlo accadere. Ecco, allora, che finalmente puoi riconoscerti un pezzo di tua responsabilità (e di merito). 


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