Cos’è l’attaccamento sicuro–guadagnato?
Per poterlo comprendere, dobbiamo partire dalla teoria dell’attaccamento di Bowbly. Nello specifico, l’attaccamento rappresenta quel legame che si instaura durante l’infanzia nell’interazione con i caregiver. Questo legame di attaccamento sembra perdurare fino all’età adulta tramite i MOI (modelli operativi interni), che agiscono influenzando lo stile relazionale di ognuno di noi. In particolare, i MOI fanno sì che l’individuo proietti le proprie aspettative, vissute durante l’infanzia, anche nelle relazioni adulte. L’attaccamento può essere di tipo sicuro, insicuro evitante o ambivalente.
Appare chiaro, quindi, che diversi tipi di attaccamento, in base alla presenza o meno di disponibilità e responsività da parte del caregiver, comportano diversi comportamenti con l’altro da adulti.
Ma quindi… finisce così? È una “condanna”?
Ed ecco che entra in gioco l’attaccamento sicuro-guadagnato, un processo secondo il quale, una persona che durante l’infanzia ha instaurato un tipo di attaccamento insicuro può, in una fase successiva della vita, ottenere un nuovo senso di sicurezza. La terapia, e il terapeuta, sono strumenti prezioso in questo processo di trasformazione.
In che modo?
Nella stanza di terapia, il paziente, sentendosi in un posto sicuro e in grado di poter esprimere sé stesso. Impara che può entrare in relazione in modo diverso.
Inoltre, lavorare sul proprio legame di attaccamento disfunzionale in terapia, favorisce:
1. Una riconciliazione con il proprio passato
2. Il guardare la propria famiglia di origine con altri occhi
3. Adottare nuove modalità relazionali nei confronti dell’altro.
In questo modo il terapeuta può aiutare il paziente a “guadagnare” quella sicurezza. Lo aiuta ad agire in modo diverso rispetto alle aspettative che il legame di attaccamento insicuro aveva previsto. Il terapeuta, accogliendo il bisogno di sicurezza che non ha ottenuto una risposta adeguata durante l’infanzia e facendo sperimentare al paziente una relazione sicura e funzionale “alternativa”, diventa base sicura per poter “estendere” relazioni funzionali anche con l’esterno.
Di conseguenza, la terapia assume un ruolo centrale per garantire la possibilità di vivere un’esperienza relazionale migliorativa rispetto al passato, che aiuti il paziente ad acquisire uno stile di attaccamento sicuro e, proprio per questo, guadagnato.