“Se l’unico strumento che hai in mano è un martello, ogni cosa inizierà a sembrarti un chiodo.” – Abraham Maslow
Nella mia pratica clinica mi è capitato spesso di iniziare percorsi interamente online o di sostituire una seduta dal vivo con una tramite lo schermo. Questo tipo di percorso, che rispetta tutte le norme etiche e professionali, non è un percorso di “serie B”: ad oggi sono numerose le ricerche che hanno dimostrato l’efficacia, al pari di quella dal vivo, della terapia online. È semplicemente una modalità “diversa”, non per questo meno utile. Anzi, a volte, con qualche tipo di paziente e di patologia, si ottiene un riscontro particolarmente positivo, a volte quasi inaspettato, tramite una chiamata, videochiamata o messaggistica.
Oggi, con i pro e i contro che ne conseguono, questa metodologia è diventata fondamentale.
Sicuramente appena sarà possibile tornerò nel mio studio e sarò felice di rivedere e riabbracciare i miei pazienti, soprattutto i più piccoli. Ma, nel frattempo, continuo a prendermi cura del benessere e della salute psicologica dei miei pazienti tramite lo schermo. La distanza, imposta dal momento di emergenza in cui siamo, non allontana necessariamente.
Nel parcheggio del supermercato, in bagno, in macchina in garage, sul balcone bisbigliando… sono solo alcuni dei luoghi scelti dai miei pazienti pur di continuare il nostro percorso.
Un micio che passa davanti allo schermo, la risata del figlio, i cartoni in sottofondo, il cane che abbaia, “scusi, giro al volo la minestra”, “facciamo solo mezzora, è l’unico momento in cui riesco a stare fra me e me”… sono solo alcuni dei momenti di vita quotidiana che a cui si assiste durante la seduta oggi.
Sicuramente tutto questo implica una serie di modificazioni della terapia e del setting. Sicuramente l’ideale è riuscire a ritagliarsi un momento ed uno spazio intimo e privato che ci fa sentire a nostro agio durante il colloquio. Ma io a tutto questo rispondo con un sorriso, pensando alle difficoltà che ognuno di noi affronta in questo momento, cercando di fare il meglio che si può. E pensando a come, nei momenti peggiori, si riesca comunque a re-inventarsi e ritrovare il proprio equilibrio, diverso certo, ma si trova. Nonostante tutto.
Mi viene in mente solo una parola, da tenere a mente oggi più che mai… flessibilità.
Flessibilità intesa, anche e soprattutto, come spirito di adattamento, creatività e voglia di non fermarsi mai, per rendere la propria vita ricca e piena di significato.
un altro articolo semplice,chiaro e comprensibile a tutti
e un’altra riflessione in cui ritrovarsi e da cui prendere spunto
grazie dottoressa
Grazie Laura!