Anche se smentito da numerosi studi scientifici, lo stigma per cui una persona o una coppia omosessuale non debba avere figli e che, a causa del proprio orientamento sessuale, non sia in grado di crescerli nel miglior modo possibile rimane consolidato nella nostra società.
Oggi proviamo a capire meglio quali sono i pregiudizi che colpiscono, ancora oggi, le famiglie arcobaleno.
<< Gli uomini gay e le donne lesbiche non devono avere figli perché è un peccato >>
Questo pregiudizio è legato alla morale cattolica. È noto, infatti, come la morale cattolica colpevolizzi il sesso se non a fini riproduttivi. Di conseguenza, secondo questa visione la sessualità omosessuale, in quanto considerata “sterile”, non può “uscire” dalla categoria di “peccato”.
<< Ai genitori gay e lesbiche non sta a cuore l’interesse dei loro figli >>
La scelta omogenitoriale viene spesso giudicata egoistica dalla società. I genitori omosessuali vengono visti come incapaci di dedicarsi con cura e attenzione al benessere dei propri figli, mettendo di fronte ai bisogni dei figli, il desiderio di esprimere in libertà il proprio orientamento sessuale.
<< I figli di genitori gay o lesbiche diventeranno a loro volta gay o lesbiche, o saranno comunque confusi riguardo la loro sessualità >>
Uno dei “pericoli” a cui le coppie omogenitoriali esporrebbero i propri figli è quello di confonderli riguardo la propria sessualità, orientamento sessuale e identità di genere, portandoli, attraverso i modelli a cui sono esposti in famiglia, a divenire a loro volta omosessuali, in un certo senso “deviandoli”.
Ancora una volta osserviamo quanto nella società sia radicato il modello eteronormativo che considera “normale” solo l’orientamento eterosessuale.
<< I figli di genitori gay o lesbiche non hanno le figure femminili o maschili di riferimento necessarie per il loro normale sviluppo >>
Alla base di questo pregiudizio c’è la credenza per cui i genitori siano solo due, donna e uomo, e che ciascuno dei due generi sia caratterizzato da specifici ruoli che derivano dal loro sesso. Infatti, mentre la donna viene vista come colei che si prende cura dei figli, con amorevolezza e ascolto, l’uomo assolve al suo ruolo paterno preparando i figli al mondo extra-famigliare con autorità e intraprendenza.
Tale credenza è smentita ancor prima di essere osservata all’interno delle famiglie arcobaleno: basta pensare alle famiglie con un solo genitore. Ogni persona è ugualmente e diversamente dotata delle caratteristiche tipicamente attribuite alla donna e all’uomo distintamente, indipendentemente da sesso, orientamento sessuale e genere. La divisione tra donne-accudenti e uomini-assertivi è solo una costruzione culturale, sociale, economica e politica.
<< Non è naturale per gay o lesbiche avere figli >>
Non possiamo confondere la fertilità di una coppia con la possibilità di essere dei buoni genitori. Seguendo questo criterio, infatti, si arriverebbe a pensare che anche alle coppie eterosessuali sterili non dovrebbe essere permessa l’adozione.
Numerosi studi negli anni hanno dimostrato l’infondatezza dei pregiudizi sopra esposti.
Non si riscontra, infatti, nessuna differenza di sviluppo cognitivo, emozionale, relazionale, affettivo in bambini e bambine cresciuti in famiglie arcobaleno.
Si è osservato come, per i bambini e le bambine che vivono in nuclei omogenitoriali, ad esercitare un’influenza fortemente negativa non è la struttura famigliare, quanto la stigmatizzazione, il pregiudizio e la discriminazione di cui tali famiglie sono oggetto nella società.
È emerso, però, che gli esiti disadattativi dello stigma omofobico possono essere mitigati dalla capacità del sistema famigliare di fungere da contesto protettivo. La coesione famigliare, la qualità del rapporto genitore-figli, il benessere psicologico dei genitori sono, infatti, fattori che permettono di contrastare l’impatto degli eventi negativi di vita dovuti alla discriminazione e al pregiudizio omofobico percepito e vissuto.