Con il termine Discalculia si indicano le difficoltà riguardo i compiti numerici e aritmetici. Tale problematica si delinea quando il bambino ha difficoltà nella lettura e scrittura corretta dei numeri. Inoltre, talvolta sono presenti difficoltà relative al calcolo a mente.
Il bambino discalculico, per lo sforzo mentale di organizzare un calcolo, tende a perdere la precisione dell’operazione oppure, nonostante sappia distinguere le grandezze diverse dei numeri, sbaglia nella lettura o nella scrittura di una somma di grandezze.
La discalculia può essere di due tipi: evolutiva o profonda. La discalculia evolutiva spesso si manifesta in associazione con altri disturbi dell’apprendimento, mentre quella profonda è un vero e proprio malfunzionamento del “modulo numerico”, ovvero del senso del numero. Prevede complicazioni a livello dei meccanismi di quantificazione, comparazione e seriazione.
Quando si può diagnosticare la discalculia?
Per la discalculia evolutiva, più comune, l’età minima per proporre la diagnosi è alla fine della classe terza della scuola primaria. Ovviamente, è bene prestare attenzione anche prima alle difficoltà del bambino. Tali complicazioni spesso riguardano prima l’aspetto grafico e lessicale.
Come si svolge la valutazione?
La valutazione è composta da due analisi:
- La prima fase (quantitativa) coinvolge l’utilizzo di strumenti e di test standardizzati di primo e secondo livello. Quelli di primo livello vanno ad osservare aspetti deficitari più generici, quelli di secondo livello colgono i deficit più specifici.
- La fase qualitativa prevede un’osservazione attenta e dettagliata delle prestazioni del minore.
Come ci si accorge di un’ipotetica discalculia? Quali sono gli errori più frequenti?
In primis l’osservazione del bambino, che permette di capire quali difficoltà ha e in quali ambiti.
Alcuni degli errori tipici sono: nella transcodifica, ovvero nel passaggio di notazione (errori sulla presenza o assenza dello zero o su cifre che hanno un aspetto fonologico simile come 6 e 7), nell’identificazione delle cifre, nelle regole di costruzione del numero e nel calcolo. In quest’ultimo caso, le difficoltà riguardano somme e sottrazioni che spesso coinvolgono il calcolo regressivo piuttosto che quello progressivo.
In generale, gli errori più comuni sono quelli di tipo lessicale (il bambino non riconosce correttamente le cifre di un numero: 327 invece di 347) e di tipo sintattico (si altera la grandezza originaria del numero: 209 invece di 2009).
E dopo la diagnosi?
Tra i punti di partenza troviamo il consolidamento della linea dei numeri che avviene attraverso giochi appositi in cui il bambino deve riposizionare i numeri utilizzando i tasselli di un puzzle. Inoltre, si rinforza la capacità di transcodifica, aiutando il bambino nella ripetizione di numeri o nell’identificazione delle grandezze.
Fondamentale è l’uso di giochi specifici, come le carte sovrapponibili (che aiutano a far comprendere il ruolo di ciascun numero in una cifra come il 7 centinaia nel numero 5725).
Le proposte riabilitative devono procedere per gradi, sulla base delle singole caratteristiche del bambino.
E’ importante ricordare che, con i bambini con discalculia, l’obiettivo è quello di creare un’organizzazione di pensiero solida, anche se non necessariamente completa.