Ogni stato affettivo che emerge nella nostra mente e si riflette sul nostro corpo esiste e prende forma per una ragione. Generalmente gli stati affettivi positivi aiutano il sistema mente-corpo a riconoscere ciò che può generare piacere e benessere, motivandoci ad avvicinarsi ad esso. Al contrario gli stati affettivi negativi segnalano e promuovono l’opposto, al fine di proteggerci e farci allontanare da ciò che potenzialmente è pericoloso e nocivo.
Tra quest’ultimi, uno stato affettivo che ha una grande importanza per la sopravvivenza è l’ansia. L’ansia è quell’emozione che ci fa sentire in allarme. Ci tiene in tensione e vigili perché qualcosa di pericoloso potrebbe accadere e dobbiamo quindi essere pronti a difenderci, attaccare o scappare. Questo stato affettivo ha permesso alla nostra specie di sopravvivere agli svariati pericoli presenti negli habitat naturali di milioni di anni fa. Ad oggi però gli stimoli che possono indurre uno stato d’ansia si sono diversificati. Se milioni di anni fa ad allertarci era un grosso animale feroce, adesso può essere un esame scolastico, un appuntamento romantico o un colloquio di lavoro.
In linea di massima, ogni condizione che implica e richiede una prestazione può indurre in noi uno stato d’ansia più o meno marcato. Questo non è per forza un male. Avere livelli di ansia lievi o moderati prima di una prova, di qualsiasi natura, ci permette di essere più performanti. Questo perché siamo più reattivi, più vigili e concentrati, mentre livelli di ansia troppo elevati causano il risultato opposto.
I fenomeni che avvengono nel nostro organismo aiutano a capire come ciò sia possibile. Il sangue viene indirizzato maggiormente verso le parti del corpo e gli organi che si occupano di dare il via e di sostenere una reazione di attacco o fuga. Avremo così i muscoli (specialmente quelli di braccia e gambe) più irrorati di sangue, un battito cardiaco accelerato, una frequenza respiratoria più alta. Di contro avremo una pelle più pallida e la digestione, gli stimoli di espulsione e la funzionalità sessuale inibiti. Il cervello promuove e accompagna questi cambiamenti attraverso dei meccanismi neuroendocrini e neurotrasmettitoriali. Tra questi meccanismi vi è l’attivazione dell’asse dello stress, che consente, ad esempio, di avere una maggiore disponibilità di glucosio nel circolo ematico.
Tutti questi meccanismi possono presentarsi anche in risposta ad uno stimolo sessuale e in questo caso si parla di ansia da prestazione.
Questo tipo di ansia si manifesta quando una persona vive il rapporto sessuale con preoccupazione/agitazione. Queste “ansie” rendono difficile o impossibile eccitarsi (ottenere o mantenere l’erezione, lubrificazione ecc…) durante un rapporto ma non durante la masturbazione. A livello fisiologico ciò accade perché gli organi sessuali hanno bisogno di ricevere un significativo apporto di sangue per garantire la funzionalità sessuale. Tuttavia, i bersagli preferenziali per ricevere quanto più sangue possibile quando siamo in ansia abbiamo già visto essere altri.
Le cause psicologiche possono essere diverse. Da modelli di sessualità esagerati e irreali come quelli della pornografia. A credenze generalizzate e infondate come quella che l’erezione debba esserci in qualsiasi condizione, sempre al massimo, senza mai calare in nessuna situazione, neanche un po’.
Generalmente si può asserire che il vivere l’atto sessuale come una prestazione, in cui bisogna dare prova al partner o a sé stessi di qualcosa, induce una certa attivazione ansiogena. Fino a che i livelli d’ansia sono contenuti l’attività sessuale potrebbe non essere inficiata. Ma, a seconda della sensibilità della persona, anche un livello d’ansia moderato potrebbe dare il via a un circolo vizioso in cui i pensieri riguardanti la performance e il fallimento si autoalimentano. Questi pensieri sono riscontrabili sia in persone alle prime esperienze sessuali come anche in chi è più navigato ma si ritrova in una situazione in cui si sente messo alla prova.
Anche condizioni esterne alla sessualità possono generare fluttuazioni dell’ansia e delle capacità sessuali. Come, ad esempio, una giornata o un periodo più stressante a lavoro/scuola, o dei conflitti nella coppia. Essere maggiormente concentrati sulla performance da soddisfare ci preclude anche la possibilità di focalizzarci su tutti quegli stimoli sensoriali ed emotivi che ci inducono piacere ed eccitazione. Favorendo, quindi, un’eventuale perdita di erezione o lubrificazione nel momento in cui ci distacchiamo dall’esperienza presente.
Sebbene possa capitare che in alcuni momenti si presti attenzione più a certi pensieri piuttosto che alle sensazioni derivanti dall’atto sessuale è importante non focalizzarsi solo su di essi. Allo stesso modo a volte più capitare di distaccarsi così tanto da diventare quasi uno spettatore esterno che osserva la prestazione sessuale al fine di giudicarla. Tale fenomeno è definito “spectatoring” ed è anch’esso un ostacolo per il raggiungimento del piacere sessuale.
Conoscere quali sono i meccanismi dell’ansia da prestazione, riconoscerli e accettare che possono accadere è il primo passo per imparare a lasciarli scivolare via. Diventa altrettanto importante imparare a conoscere e riconoscere gli stimoli che ci danno piacere, che i aumentano in noi il desiderio sessuale. Che siano immagini, sensazioni fisiche, emozioni, posizioni ecc. bisogna provare a scoprirli, coltivarli e alimentarli. Esplorarli anche tramite la ricerca e l’utilizzo di tali stimoli durante la masturbazione. Imparare inoltre a coltivare il piacere nel condividere del tempo e dell’esperienze con un partner, senza focalizzarsi solo sulla ricerca e sul raggiungimento di un rapporto sessuale, così come il non focalizzarsi solo sui genitali durante il rapporto stesso, può essere molto utile.
La sessualità è un ambito complesso, in cui si intrecciano e si incontrano diversi aspetti di noi. Non c’è solo quello che ci piace o non ci piace nell’intimità con un’altra persona. Ma c’è anche il modo in cui stiamo con noi stessi e con l’altro in quel periodo della nostra vita, o in quella settimana, in quella giornata o in quel singolo momento. Diventa quindi utile prendere consapevolezza delle credenze, emozioni e atteggiamenti che maggiormente ci influenzano. Questo allo scopo di costruire il percorso più adatto a noi che ci porti a ritrovare il piacere nella sessualità, a viverla per quella che è: un modo di esprimere liberamente sé stessi con l’altro, non un esame.