Dal bullismo al cyberbullismo Grazie ai social network e alle nuove tecnologie, il bullismo si evolve in cyberbullismo. Questo fenomeno si manifesta attraverso atti aggressivi, vessazioni, umiliazioni e diffamazioni online. Di conseguenza, le vittime possono subire gravi conseguenze psicologiche.
Per cyberbullismo si intendono atti di aggressione ripetuti nel tempo, condotti da individui o gruppi contro una vittima, tramite mezzi elettronici. Gli adolescenti, esperti di tecnologia, preferiscono il cyberbullismo rispetto al bullismo tradizionale. Infatti, le vittime oscillano tra il 10% e il 40%, mentre il 7-11% degli adolescenti ha compiuto prevaricazioni online.
In particolare, il cyberbullismo si distingue per alcune caratteristiche:
- Anonimato: favorisce la disinibizione dei comportamenti aggressivi.
- Distanza fisica: riduce la percezione dell’impatto emotivo sugli altri.
- Amplificazione: i contenuti offensivi si diffondono rapidamente e raggiungono un pubblico ampio.
- Permanenza: i materiali lesivi restano disponibili nel tempo, intensificando il danno.
- Uso di strumenti multimediali: foto e video possono essere usati per arrecare danni psicologici e sociali.
Di conseguenza, gli attori coinvolti nel cyberbullismo sono il bullo, la vittima e gli spettatori. Inoltre, questi ultimi possono influenzare il fenomeno, favorendolo o contrastandolo. D’altra parte, la loro distanza fisica rende difficile comprendere l’impatto delle aggressioni e intervenire.
Cyberbullismo e hate speech sui social network I social network sono strumenti ideali per le aggressioni online. Infatti, l’anonimato aiuta i cyberbulli, ma ci sono altre cause che favoriscono il fenomeno. Ad esempio, l’aggressività può derivare da frustrazione o dal desiderio di riconoscimento amplificato dai social.
L’hate speech è un discorso d’odio che disumanizza persone appartenenti a gruppi specifici. Per questa ragione, si distingue dal cyberbullismo per la sua intenzione discriminatoria. Inoltre, i social network, grazie alla loro struttura, facilitano la diffusione dell’hate speech in pochi secondi e senza limiti.
Le conseguenze psicologiche del cyberbullismo e dell’hate speech Le conseguenze del cyberbullismo sono più gravi rispetto a quelle del bullismo tradizionale. Infatti, tra i sintomi più comuni si riscontrano:
- Innanzitutto, dolori fisici come mal di testa e mal di pancia.
- Inoltre, bassa autostima e isolamento sociale.
- Di conseguenza, disturbi dell’umore, ansia e depressione.
- Ancora, problemi scolastici e relazionali.
- Nei casi più gravi, pensieri suicidari.
Uno studio della Duke University mostra che le vittime di cyberbullismo rischiano di sviluppare ansia, depressione e attacchi di panico in età adulta. Inoltre, un’altra ricerca della University College London evidenzia come il cyberbullismo causi anche iperattività, impulsività e disattenzione.
L’hate speech, sempre più diffuso, può incentivare la violenza di massa. Per questo motivo, contrastarlo con l’educazione all’inclusività e alla diversità può aiutare le vittime a sentirsi comprese e prevenire problemi futuri.