Sempre più spesso si cade nell’errore di far coincidere l’identità sessuale con l’identità di genere. Ciò è dovuto al fatto che, per molto tempo, la nostra cultura ha previsto due soli generi, corrispondenti ai due sessi biologici. Di fatto, però, sesso e genere non sono la stessa cosa. Il primo si riferisce allo status biologico di una persona. Il secondo rappresenta il ruolo di genere che viene vissuto pubblicamente da una persona.
L’ identità sessuale si riferisce al sesso biologico di una persona, ossia se sono maschio o femmina basato sulle caratteristiche anatomiche e fisiologiche. È spesso definita alla nascita in base ai genitali esterni. Ma può anche essere considerata una parte più ampia dell’identità personale che comprende la comprensione interna del proprio sesso.
L’identità di genere riguarda il modo in cui una persona si identifica come maschio, femmina, entrambi, né uno né l’altro, o in altre identità di genere non conformi al binarismo maschio/femmina. L’identità di genere è intrinsecamente legata al senso interno di chi sei come individuo in termini di genere, indipendentemente dal sesso assegnato alla nascita.
Accade spesso che si venga a creare una sorta di disarmonia tra tutti questi aspetti. In casi del genere, allora, si parla di Disforia di Genere. Per la precisione, essa è caratterizzata da una forte e persistente identificazione con il sesso opposto a quello assegnato alla nascita e si associa ad ansia, depressione e irritabilità. Inoltre, le persone con disforia tendono a credere di essere vittime di un incidente biologico o, comunque, di essere state crudelmente incarcerate in un corpo non compatibile con la loro identità di genere soggettiva.
La Disforia di Genere può comparire sin dal secondo anno di vita, sfumare con la crescita o emergere solamente in età adolescenziale o adulta. Nel caso dei bambini, il disturbo si manifesta solitamente con il desiderio di imitare i comportamenti tipici del sesso opposto. Oppure il disagio per i cambiamenti a cui il corpo va incontro nel corso dell’adolescenza. Negli adolescenti e negli adulti, invece, si avverte con molta più certezza questa incoerenza tra il proprio corpo e la propria identità di genere. In realtà, molti soggetti non presentano segni di disagio fino all’età adulta e molti di loro tentano di sfuggire a questi sentimenti di incongruenza. Nei casi più gravi, poi, i soggetti oltre a presentare sintomi importanti e di lunga durata hanno anche un forte desiderio di cambiare il proprio corpo attraverso interventi medici e chirurgici.
Non vi sono ancora certezze per quanto riguarda le cause della disforia. Tuttavia, diverse teorie sembrano supporre che alla sua base vi siano un insieme di fattori biologici, psicosociali e ambientali.
La valutazione del disturbo spetta ovviamente a uno psicologo o a uno psichiatra. Inoltre, è bene tener a mente che questa incongruenza alla base della disforia non deve essere intesa come un qualcosa di patologico tanto da costituire un disturbo mentale. L’elemento significativo della disforia, infatti, è la presenza di distress clinicamente significativo. L’eventuale terapia è caratterizzata sia da un supporto psicologico che da interventi di natura medica e chirurgica. Tutto ciò con lo scopo di andare a risolvere, o quanto meno alleviare, il disagio percepito dalla persona.